martedì 5 gennaio 2010

Sonati e non sonetti....... di Mariangela Montinaro

IGNOBILI VERSI DEDICATI A COLORO CHE HANNO IN MANO
IL DESTINO DEL NOSTRO TRISTE PAESE



Berlusconi Silvio,
il Sommo:

"Satiro narcolettico
abusiva opulenza
monopolio cosmogonico
sempiterno spergiuro".

Fini Gianfranco,
la Forza della Gratitudine

"Pavido coraggio,
mutevole coerenza,
inane dibattersi
da invincibile giogo,
incessante peregrinare
tra dignità e potere"

Minzolini:

Seppia ipotricotica
mare di melma putrida
scia lumacheggiante
memento di un perenne leccare





Brunetta Renato,
Ministro di buone maniere:
"Quasimodo iracondo
progenie di matrigna Natura
disarmato pugnante
nella Tua cosmica vendetta.



Gasparri Maurizio,
horribile visu:
Palpebra ipertrofica
neurone asfittico
acritico latore
di imperituro servilismo




Ignazio La Russa, Nume della Guerra
Nel luciferino guizzo
dei tuoi occhi assatanati,
nella risata becera della tua bocca sguaiata,
nei tuoi modi di maschia rudezza intrisi,
vedo e vedrò sempre,
del fascista lo stampo ignobile.




Vittorio Feltri,
Arbiter Elegantiarum
Deh, Vittorio, ti si
strozzasse il nodo,
bignè di tua cravatta,
ché dal naufragio del lodo,
sei ancor più vil ciabatta !




Mara Carfagna,
Venere Spiritata.
Splendida ninfa,
di poco vestita,
roride carni,
donate all'Augusto,
parole stentate,
dalla tua bocca d'oro.



Angelino Al-Fano:
Misconosciuto querulo
di nullità coltre
vendesti l'occhio pendulo
pur di approdare oltre
ma ognor il vil pedaggio
ricade sui tuoi lombi:
divieni umile paggio
perchè Silvio non ti trombi!



Bondi Sandro,
Ospite all'Infedele:
"Inverecondo sbavare
battito di ciglia di chi mente
immondo mollusco tremebondo
pallore translucido
del tuo viscido vagare..."





Capezzone Daniele
(la donna è mobile)
"Impavido mentòre
soperchia sottomissione
rosseggiante foglia morta
che va con l'andar del vento"





In dipartita di Francesco Rutelli,

Inutile Orpello
Mutevole ricciolo,
di tua perdenza tronfio,
ci lasci percorrendo
strade bianco fior.
Beltà ti abbandona,
senza alcun rimpianto,
così pur noi,
policromatico amorfo.




Per la nascita
di Raffaele Fitto,
l’Insulso Infante.
Mirate, potenti,
il bamboccion vagisce,
cullato dal defunto paterno
orgoglio di diccì.
Pargoletto,
non scrollar la tua zazzera,
non atteggiar le labbra a broncio,
Silvio t’ama, seppur ti scaricò.


Alessandra Mussolini:

Inurbana progenie
di stirpe innominabile
in tua vece è auspicabile
un'invasion di tenie!


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A Quagliariello,( radicale pentito) Nel partito radicale milistasti
e per mangia preti ti spacciasti.
D'improvviso la folgorazione in quel di San Martino
e lesto ti accodasti al partito del predellino.
A quella di un servitor cortese la tua faccia s'attaglia,
dopo l'ignobile salto della quaglia.



Luca Nesta & Giovanni Carullo





giurò la Santanchè
(santa", ma de che?!)
il dì ch'Ei rinnegò.
Da ultimo che accade?
(e la notizia è ghiotta)
Ella già vil...barzotta
un Ministero invade.
Oh Fenice rinata!
La carica è assai densa!
Ognun villano pensa:"alfin gliel...'avrà data" ( di Maria Chiara Aniballi)


Nicolo' Ghedini,ventre pregno
di legittimo impedimento
Gia' urlavi “ma va là”
per zittir Di Pietro,
quando la consulta ti irrito' il di dietro.
Gavetta da fascista
ti ingraziasti il piduista,
codice alla mano
difendevi il gran Sultano,
"primus super pares" lo spacciasti,
giocando a Pecorella ti immolasti
per salvare il lodo Alfano
prima che la Corte si voltò di deretano.
"Ma va là", "ma va là"
purtroppo sei ancora qua,
novella madre di un legittimo impedimento,
il tuo ventre è in gran fermento :
perdi nei tribunali e cachi in parlamento.
Sol il grande Nano ti giudica un gran portento.
Luca Nesta & Giovanni Carullo


Lamentazione sull'Urna (elettorale) di Massimo D'Alema

Oh Gallipoli! Gallipoli!
Terra iniqua,
che allo spoglio dei voti
ci hai dato Lui,
baffo protervo,
macchinator d'ogn'ora.
Non potevan le tue grazie
partorire un leader
degno di tal nome?
S'appresta oggi Massimo
a tessere l'inciucio,
col sempiterno amico,
bicameral compagno,
che provvido elargisce
e immune resta in cambio. ( di Mariangela Montinaro)


Paolo Bonaiuti, servitor fedele:

Languido Arlecchino
servo di un sol padrone
al quale ogni mattino
porgi le terga, prone
al capezzal di Lui
rechi or le tue giornate
nei tempi che son bui:
arrivan le mazzate! (di Maria Chiara Aniballi)