Maggioranza stabile e impresentabile Chiuso nel bunker di Palazzo Grazioli mentre tutto intorno crolla, Silvio Berlusconi respinge l'ultimo attacco. Non basta la bocciatura di Standard & Poor's. Non basta lo spread che torna sopra quota 400. Non basta l'onda sempre più alta del discredito internazionale, che copre l'Italia di ridicolo e la accosta ormai pubblicamente alla Grecia. Non bastano neanche le inchieste giudiziarie che inchiodano il premier alle sue responsabilità, personali e forse anche penali. Non bastano le "serate eleganti" a base di sesso e soldi, le telefonate imbarazzanti con gli spacciatori di escort e i faccendieri di mestiere, l'abuso di potere e le ragazze usate come "mazzette umane" per aprire le porte degli appalti in Finmeccanica e alla Protezione Civile.
Ma ora non basta neanche il voto sull'arresto di Marco Milanese, braccato dai pm per il traffico di nomine pilotate e affari sporchi attraverso il ministero del Tesoro. Il governo e la maggioranza si salvano anche dall'ultima minaccia. Il voto segreto alla Camera sull'ex braccio destro Giulio Tremonti a Via XX Settembre non lascia spazio alle ambiguità e ai distinguo. La sfibrata coalizione forzaleghista è inesistente su tutto: dal sostegno alla crescita economica alla lotta alle disuguaglianze sociali. Ma quando si tratta di difendere la poltrona, si ristabiliscono miracolosamente ordine e disciplina. Spariscono i frondisti del Pdl, svaniscono gli irredentisti della Lega. I 312 voti contrari all'arresto lo confermano: considerate le due assenze (una di Frattini, giustificata, e l'altra dello stesso Tremonti, tanto sospetta da innescare l'ennesimo spargimento di veleni nel centrodestra) la maggioranza è stabile, ancorché impresentabile. È inchiodata a quota 314, quel numero al lotto che ha permesso al Cavaliere di respingere la mozione di sfiducia con la quale il 14 dicembre dello scorso anno Gianfranco Fini tentò inutilmente la spallata esiziale. Da allora, con qualche oscillazione minima (dal voto sulla relazione di Alfano ad alcuni voti sulla manovra), la resistibile armata berlusconiana ha retto intorno a questa soglia, politica e psicologica (dal voto sulla sfiducia a Bondi in poi).
La maggioranza non è cresciuta, come aveva promesso il Cavaliere sull'onda di una scandalosa compravendita di parlamentari che non si è mai interrotta. Ma non si è neanche liquefatta, come troppo spesso ha sperato e scommesso l'opposizione, fidando sulla faglia centrista che finora non si è aperta. Dunque, per quanto svillaneggiato in tutto il mondo e sfiduciato da buona parte dell'opinione pubblica, il presidente del Consiglio "non molla". Come ha giurato al Capo dello Stato. Lo aiuta il suo alleato più fedele e irriducibile, Umberto Bossi. Il Senatur non vuole, ed evidentemente non può, rompere il patto di sangue e di chissà cos'altro che lo vincola al Cavaliere. Come nel Popolo delle Libertà, anche nella Lega resta intangibile l'impronta personale, che fa di queste due formazioni non due partiti, ma due comitati elettorali e pre-politici, costruiti sui sogni e i bisogni dei rispettivi leader. E risultano patetiche, ormai, le adunate nelle valli padane, dove i colonnelli si stringono goffi e imbarazzati intorno al Cerchio Magico, salvo poi tornare nei corridoi romani a diffondere mugugni irrefrenabili e a prospettare rotture improbabili. È tutto e solo falso movimento.
Pdl e Lega non romperanno, perché Berlusconi e Bossi hanno e avranno bisogno fino all'ultimo minuto l'uno dell'altro. Per esistere o per resistere, il che ormai fa lo stesso.
L'europa vuole l'alta velocità?pubblicata da Ottavio Otto Barbero il giorno mercoledì 27 luglio 2011 alle ore 18.49 "L'europa vuole l'alta velocità!" E' una delle frasi che si legge e si sente più spesso pronunciare...
lo dicono i giornali, lo dicono i politici, lo dice la gente comune che in questi giorni si affolla sui vari forum a discutere dei notav e di conseguenza, alle volte, dell'opera... ...ma sarà vero? No, non è vero; l'Unione Europea NON richiede una linea di collegamento Italia-Francia ad alta velocità! chiede un collegamento....
E' spiegato nel documento denominato "Decisione n.844/2004/CE del Parlamento Europeo e del Consiglio che modifica la decisione n. 1692/96/CE sugli orientamenti comunitariper lo sviluppo della rete transeuropea dei trasporti che potete trovare qui:
Questo è l'elenco dei progetti ( in corsivo i progetti High-speed, in grassetto l'asse numero 6): The 30 Priority Projects (or axes) listed below have been identified on the basis of proposals from the Member States and are included in the Union guidelines for the development of the TEN-T as projects of European interest.
The Priority Projects were chosen both according to their European added-value and their contribution to the sustainable development of transport. Their completion - planned for 2020 - will improve the economic efficiency of the European transport system and provide direct benefits for European citizens.
Of these 30 key projects, 18 are railway projects, 3 are mixed rail-road projects, 2 are inland waterway transport projects and one refers to Motorways of the Sea. This choice reflects a high priority to more environmentally friendly transport modes, contributing to the fight against climate change.
Some of the Priority Projects are very large-scale and have already been completed:
Øresund fixed link connecting Sweden and Denmark Milan's Malpensa Airport Betuwe railway line linking Rotterdam to the German border Railway axis Cork-Dublin-Belfast-Stranraer in Ireland Important sections of the remaining 27 Projects have also been completed in the past years, with many more to follow (nearly one third of all the necessary investments have already been made). The completion of these projects provides a concrete illustration of the potential benefits of the TEN-T.
There has been a firm commitment on behalf of the Member States and European Institutions to deliver these key Priority Projects and they have been at the centre of Union efforts - both financially and in terms of coordination. The European Commission has in particular designated a group of ten eminent European Coordinators to evaluate the progress of certain TEN-T Priority Projects, to make recommendations for the effective implementation of these projects and to play a major role in advancing the works.
VATICANO, AGCOM, MONTEZEMOLO TUTTI CONTRO SILVIO BERLUSCONI
Il cardinal Bagnasco: "Dibattito politico inguardabile". L'ex presidente di Confindustria parla di "guerra civile a bassa intensità". L'Authority multa Tg1,Tg2, tg Mediaset per i video-messaggi di B.
...Il Cavaliere è sempre più solo. E chi, fino a ieri, teneva un basso profilo, ora esce allo scoperto e tira bordate. La giornata di oggi manda in archivio tre sberle non indifferenti. Nel pomeriggio inizia il cardinal Angelo Bagnasco. il presidente della Cei definisce “inguardabile” la politica di oggi, ridotta “a recita scontata e noiosa” . Parole anticipate da quelle di Napolitano che rileva un grado troppo alto di “partigianeria” nel dibattito. Luca Cordero di Montezemolo getta benzina sul fuoco delle critiche. “Il centrodestra ha scelto la strada di una guerra civile a bassa intensità” . In serata arriva il carico da novanta dell’Agcom sul comizio elettorale a rete unificate del premier. L'Authority sanziona con 100mila euro ciascuno Tg2, Tg5 e Studio Aperto. La multa sale a 258mila euro per il Tg1 di Augusto Minzolini e il Tg4 di Emilio Fede, perché giudicati ”recidivi”
pubblicata da Giacomo Salerno il giorno mercoledì 16 febbraio 2011 alle ore 8.21 Ripeterlo è perfino inutile. In qualsiasi altra democrazia al mondo un premier indagato per prostituzione minorile non sarebbe restato un minuto di più al suo posto. Pensate a Cameron, a Sarkozy, a Zapatero. Come avrebbero potuto tirarla in lungo accusando di qualsiasi cosa magistratura e informazione senza rischiare una rivolta di piazza? Figuriamoci se rinviati a giudizio con una motivazione di un giudice terzo, il gip, che parla di “evidenza delle prove”. Ma in Italia c’è Berlusconi e anche in queste ore di marasma e di vergogna, mentre tutti i notiziari del globo aprono con la notizia che è senza precedenti, a Palazzo Grazioli il partito del tanto peggio può ancora alzare la voce.
Fregatene, resisti, vai avanti: così lo consiglia la corte dei venduti e dei parassiti che pur di non essere ricacciati nel nulla da cui sono stati tirati fuori (il vero miracolo italiano) lo sospingono di nuovo sul ring disposti a farlo massacrare pur di salvarsi. Un uomo con un residuo di lucidità avrebbe già capito dal rumoroso silenzio di Bossi che perfino il più fedele alleato ne ha le scatole piene. E quella gelida frase del cardinal Bagnasco: “Occorre trasparenza” non suona forse come la campana a martello del Vaticano?
Con il Caimano ferito tutto è possibile. Ma se non darà ascolto alle voci del buon senso che gli indicano come unica via d’uscita le dimissioni immediate per poi giocarsi l’intera posta sul tavolo delle elezioni anticipate. Se, insomma, tenterà l’ultimo disperato arrocco trincerandosi dentro Palazzo Chigi con la sua maggioranza gonfiata da deputati comprati un tanto al chilo, allora toccherà all’opposizione uscire allo scoperto con un gesto forte, drammatico, senza precedenti come lo è il momento che viviamo.
Se n’è già parlato: LE DIMISSIONI IN BLOCCO DI TUTTI I GRUPPI E DI TUTTI I PARLAMENTARI DELL'OPPOSIZIONE. Camera e Senato già ridotte a enti inutili dall’inettitudine del governo non potrebbero sopravvivere. Un gesto estremo. Ma prepariamoci a ogni evenienza.
Antonio Padellaro, "Prepariamoci a tutto", Il Fatto Quotidiano, 16/02/2011